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S. VANGELO DOMENICA 11APRILR 2021

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view post Posted on 11/4/2021, 08:22
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Domenica 11 Aprile 2021
S. Stanislao (m); S. Gemma Galgani; B. Elena Guerra
2.a di Pasqua (o della Divina Misericordia) (anno B)
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre
At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31




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VANGELO

Otto giorni dopo, venne Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore.



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OMELIA

Le piaghe alle mani e al costato identificano Gesù e lo fanno riconoscere nel suo primo saluto alla comunità dei discepoli, ancora timorosa e sbigottita. Certamente la fede nella risurrezione fa fatica a prendere consistenza. E’ una verità inimmaginabile per la mente umana. E’ l’evento che completerà la nuova creazione, che Gesù è venuto a costituire per l’umanità. Allora è plausibile ritrovarci anche noi dalla parte di Tommaso all’annuncio degli altri: “Abbiamo visto il Signore”. Perché si crei questa sicurezza occorre smontare o sfumare le nostre convinzioni, giacché il disfacimento del corpo, il nostro annientamento costituiscono una vera tomba sepolcrale. Riconosciamo sì l’immortalità dell’anima, tuttavia, la sua impalpabilità, il suo essere spirituale ci porta nell’astratto. L’esigenza di Tommaso di “vedere per credere” per sé è legittima. Non si crede per leggerezza. Ma è disapprovabile il suo modo di pretendere, di condizionare il suo credere a una richiesta di un segno tangibile, rifiutando anche apertamente la testimonianza unanime della sua comunità. “Se non vedete segni e prodigi non credete”, era stato già un lamento precedente di Gesù. Il Maestro, pur riservando una beatitudine particolare per coloro che credono: “beati quelli che pur non avendo visto crederanno”, si accosta benevolmente a questo fuggitivo discepolo “otto giorni dopo”, per illuminarlo con la sua presenza e con la sua parola. Tommaso si sente umiliato a tale vista e professa energicamente più degli altri la sua fede: “Mio Signore e mio Dio”. Questo credo pasquale è l’attestato più alto della risurrezione. A questa fede si può giungere per vie più o meno diritte, ma per la maggior parte dei casi per vie contorte, come Tommaso.

(Padri Silvestrini)


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MEDITAZIONE

Tommaso non era forse un uomo? Uno dei discepoli, un uomo della folla, per così dire? I suoi fratelli gli dicevano: “Abbiamo visto il Signore!”. E lui: “Se non vedo, se non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”. Gli evangelisti ti portano la notizia e tu non credi? Il mondo ha creduto e il discepolo non ha creduto? Si dice a loro proposito: “Per tutta la terra si diffonde la loro voce, e ai confini del mondo la loro parola” (Sal 19,5). La loro parola si diffonde, arriva fino ai confini del mondo, il mondo intero ha creduto; tutti insieme i discepoli portano la notizia ad uno solo e lui non crede. Non era ancora il giorno che ha fatto il Signore. Le tenebre si stendevano ancora sull’abisso. Nel profondo del cuore umano, tenebre. Che egli venga, che venga questo momento del giorno e dica, pazientemente, con dolcezza, senza collera, come medico quale egli è: “Vieni. Vieni, tocca e credi”. Tu hai dichiarato: “Se non tocco, se non metto la mia mano, non crederò”. “Vieni, tocca, metti il tuo dito e non essere più incredulo, ma fedele. Vieni, metti il tuo dito. Conoscevo le tue ferite, ho conservato per te la mia cicatrice”. Ma, avvicinando la sua mano, egli può completare appieno la sua fede. Qual è infatti la pienezza della fede? Non credere che Cristo sia solamente Dio, ma uomo e Dio. Tale è la pienezza della fede, poiché “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Così il discepolo al quale il suo Salvatore dava da toccare le membra del suo corpo e le sue cicatrici… appena ha toccato esclama: “Mio Signore e mio Dio!”. Egli ha toccato l’uomo, ha riconosciuto Dio. Ha toccato la carne, si è rivolto al Verbo, poiché “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

SANT’AGOSTINO

 
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