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S. VANGELO DOMENICA 4 APRILE 2021

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view post Posted on 4/4/2021, 08:53
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Domenica 4 Aprile 2021
S. Isidoro; B. Francesco Marto
PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE – P
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6b-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)


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VANGELO

Egli doveva risuscitare dai morti.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Parola del Signore


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OMELIA

La principale domenica di tutto l’anno liturgico celebra un evento straordinario e decisivo nella Storia dell’umanità: la risurrezione di Gesù Cristo. “Questo è il giorno di Cristo Signore, alleluia”. I testi biblici indicati per la liturgia eucaristica del giorno costituiscono testimonianze certe sulla presenza del Risorto. Gli Atti degli Apostoli trasmettono la predicazione di Pietro che ricorda la testimonianza dei profeti: “Chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo Nome”. Davvero la salvezza è stata attuata grazie al sacrificio del Signore. Ai Colossesi, Paolo indica una strada: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra”. Il cambiamento di impostazione di vita è totale e definitivo. Ai cristiani di Corinto, l’apostolo canta: “Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato… Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità”. L’invito è categorico: riflettendo sulla propria fragilità, il battezzato avverte l’urgenza della conversione, e ringrazia Dio per il dono della liberazione. Con l’antica sequenza “Victimae paschali laudes”, si propone: Alla vittima pasquale s’immoli oggi il sacrificio di lode. L’agnello ha redento il suo gregge, l’Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. I brani del vangelo riferiscono l’avvenuto miracolo: il sepolcro è vuoto; Gesù è risorto. La buona notizia si trasmette rapidamente. La fede della Chiesa non si stanca mai di contemplare in adorazione l’attuazione del progetto di salvezza. Ogni battezzato è davvero un uomo nuovo, che partecipa al dono della risurrezione con una adesione libera e cosciente, con un impegno di vita nuova, nello Spirito santo. I numerosi testi biblici proclamati nella Veglia pasquale sono un riassunto delle principali tappe della Storia sacra, che è orientata verso la nascita del nuovo Popolo di Dio. (Padri Silvestrini)


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Meditazione sul Vangelo di Gv 20,1-9

E’ risorto come aveva detto.

Per i discepoli la fede nella risurrezione di Gesù si basava sull’incontro personale con Lui, che era morto eppure viveva. Ma la maggior parte dei membri della prima comunità cristiana non aveva avuto questa grazia. Dovevano fidarsi della testimonianza di coloro che avevano visto Gesù: coloro che avevano mangiato con lui prima e dopo la risurrezione. Così è per noi oggi. Per quei primi cristiani, come per noi, la cosa più importante era l’incontro con Cristo nella fede. La prova del sepolcro vuoto rimaneva in secondo piano, benché vi siano elementi che dicono di un avvenimento straordinario: come avrebbero potuto dei ladri lasciare ogni cosa in ordine, mentre trafugavano il corpo di Gesù? La fede non è la conclusione di un ragionamento. Beati quelli che credono pur senza aver visto.
Una delle preghiere più belle è certamente la supplica che gli apostoli rivolsero a Gesù: «Aumenta la nostra fede!» (Lc 17,6). Durante la sua vita pubblica, le persone di fede furono per Gesù motivo di gioia e di ammirazione: «Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!» (Lc 7,9), disse del centurione che gli chiedeva di guarire il suo servo; «Donna, davvero grande è la tua fede!» (Mt 15,28), disse alla donna cananea… Senza fede, ci dice san Paolo, è impossibile piacere a Dio. L’elogio che l’autore della Lettera agli Ebrei rivolge ai Patriarchi ha come motivo la fede. Il cristiano è l’uomo della fede. «Il vero ed autentico cattolico – dice san Vincenzo di Lerins – è quello che ama la verità di Dio e della Chiesa, Corpo di Cristo; colui che nulla antepone alla religione divina e alla fede cattolica: né l’autorità di un uomo, né l’amore, né il genio, né l’eloquenza, né la filosofia; ma, separando tutte queste cose e rimanendo saldamente fermo nella fede è disposto ad ammettere e a credere solamente quello che la Chiesa sempre ed universalmente ha creduto». Ma la fede deve permeare tutta la vita. Non esistono suddivisioni di sorta nella vita di fede. Non si crede solamente quando si sta in chiesa. La fede è un impegno che abbraccia tutta la vita. La fede deve essere professata anche esteriormente. Essa può essere testimoniata attraverso le buone opere. Si nega Cristo non solo quando si nega la sua esistenza, ma anche quando non si vive da cristiani.

 
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