forum degli amici

L'ABBAZIA DI ROSAZZO

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 14/10/2016, 14:09
Avatar

Senior Member

Group:
Member
Posts:
44,429

Status:


080408abbazia1a




Abbazia%20di%20Rosazzo%20



Situata in posizione splendida, in provincia di Udine, nell’area ricchissima di vigneti che da Manzano giunge fino a Corno di Rosazzo, dove si producono uve pregiate, l’Abbazia di Rosazzo è un luogo di bellezza, di silenzio e forse, anche per questo, di emozione.

I monaci, pellegrini del mondo e paladini di pace, scelsero questa dolce collina che prende nome dalle rose selvatiche che la impreziosiscono da tempo immemorabile, per il silenzio, la meditazione e la preghiera…
Ciò che oggi rimane del vasto complesso monastico medievale, che fu sede degli Agostiniani, dei monaci Benedettini e più tardi dei Domenicani, si raccoglie alla Chiesa con chiostro, dedicata a San Pietro (XVI sec.), ma la storia di Rosazzo è avvolta nella leggenda. Dicono che questo luogo fosse stato scelto ancor prima dell’800 da un eremita tedesco, l’Allemanno, e da molti soldati che si ritiravano sul colle per espiare i peccati e rimediare ai torti fatti.

Ma è la natura, oggi come allora, la vera regina..
Una natura che circonda, abbraccia, e che si ritrova anche nei nomi dei suggestivi spazi interni, dalle pareti completamente decorate con affreschi seicenteschi, dai pavimenti in terrazzo veneziano e travi a vista mentre attraversiamo la Sala della Vite e dell’Uva, la Sala della Palma,la Sala dell’Ulivo e quella del Vino e un’incantevole chiostro..

Quello che si apre allo sguardo, oltre all’incanto ed alla suggestione, è un panorama di vigneti tra i più belli.. colline verdi, terrazze esposte al sole.. Quando il sole è alto, in primavera, fiori dai mille colori crescono in all’ombra delle viti e nel sentiero delle rose il rosso acceso e l’arancio si mescola al profumo di vino che scorre oltre il tempo, oltre il luogo.. oltre il silenzio..

Luisa Maria Carretta

Abbazia%20di%20Rosazzo



Chiostro%20dell%27%20Abbazia%20di%20Rosazzo





La storia di Rosazzo è avvolta nella leggenda, e risale ancor prima dell’anno Mille.

Nel 960 dalla Lombardia giunsero nel territorio di Rosazzo, i monaci regolari di Sant’Agostino e nel 1070 si inaugurò l’imponente chiesa dedicata a San Pietro che ancor oggi sovrasta i fiumi Judrio, Torre, Natisone e Isonzo, con tutta la piana che scende fino alla chiesa madre di Aquileia.

Una ventina d’anni dopo, nel 1090, il monastero rosacense venne elevato al rango di abbazia dal patriarca aquileiese Vodolrico di Ortenburg, un monaco della svizzera San Gallo Gallo.

La nuova comunità benedettina che si era formata, fu guidata da Geroldo, un sant’uomo della comunità di Millstatt in Carinzia. La regola benedettina, ispirata alla preghiera ed al lavoro, trasformò la zona selvaggia (‘in silvis’) in campagna coltivata, diffondendo la cultura, e garantendo alle popolazioni istruzione religiosa e formazione spirituale.

Coinvolto nelle lotte tra Aquileia e Cividale, tra Venezia e gli imperiali, sempre più occupato da soldati che ne dovevano garantire la difesa, Rosazzo rese difficile la vita ai monaci benedettini, ai quali nel 1522 subentrarono i domenicani, che vi rimasero fino alla soppressione dell’abbazia stessa, nel 1773.

Durante la guerra tra imperiali e veneziani, ai primi del ‘500, le mura dell’abbazia vennero smantellate e tutti coloro che vi avevano cercato riparo, uccisi. Poco tempo dopo a distruggere ciò che rimaneva dell’abbazia ci si mise anche un incendio nel 1509.

Una ventina d’anni dopo la chiesa risorse per merito dell’abate commendatario Giovanni Matteo Giberti e di Venceslao Boiani, architetto cividalese.

Del pittore veronese Francesco Torbido sono gli affreschi del coro, mentre nell’antico refettorio dei monaci, la Crocifissione è opera di Battista dell’Angelo detto il Moro.

Con la soppressione del patriarcato di Aquileia nel 1751, l’Abbazia cessò di essere ente ecclesiastico e venne concessa ai due arcivescovadi: di Udine e Gorizia . Abate di Rosazzo rimase l’arcivescovo di Udine, che nella persona di mons. Emanuele Lodi intervenì sulle strutture e sulla rete viaria di collegamento con i paesi limitrofi.

Il Genio Civile per il monastero e la Soprintendenza alle Belle Arti hanno provveduto negli anni, alla rinascita materiale di Rosazzo.

Castello%20di%20Buttrio



Abbazia_Corno_Rosazzo_01



d02d3c19e64fc0ef873cdc8b7ab8a349_4d5fe29b6219bb8701909ad144e5c95a



12b53bfa83cec7d27261b2ee17ce8443_ec0aa27f7679b08198654b49f0699163



76754baf2c007b4f9fa3c4746705e201_07530fd0db8af630af24367f5e2e8807



Ora il monastero di Rosazzo gode di numerosi privilegi, riceve molte donazioni da principi e patriarchi, amministra proprietà terriere, esercita i poteri feudali. E lo stesso potere secolare imprime i suoi tratti inconfondibili anche nel manufatto, sempre più simile ad una fortezza, con le sue torri e ponte levatoio.
Coinvolto nelle lotte tra Aquileia e Cividale, tra Venezia e gli imperiali, sempre più occupato da soldati che ne devono garantire la difesa, Rosazzo rende difficile la vita ai monaci benedettini, ai quali nel 1522 subentrano i domenicani.

Dopo tre secoli abbondanti, dunque, i benedettini lasciano Rosazzo ai frati di S.Domenico, che qui rimarranno due secoli e mezzo, fino alla soppressione dell?abbazia stessa, nel 1773. L'abbazia è diventata ormai una "commenda" da sfruttare, data in uso agli abati commendatari, per lo più nipoti di papi (Martino V, Paolo III, Clemente VII, Gregorio XV, Alessandro VII). E rocca da difende o da espugnare. Storia di violenze e di orrori.

Durante la guerra tra imperiali e veneziani, ai primi del '500, le mura dell'abbazia vennero smantellate e tutti coloro che vi avevano cercato rifugio passati a fil di spada. A completare l'opera dell'uomo provvide, nel 1509, un furioso incendio che, come scriveva un teste oculare, il poeta Berni, la rese «stalla naturale», e la chiesa in «una via, dove van le bestie e le persone».

Una ventina d'anni dopo la chiesa risorge per merito dell?abate commendatario Giovanni Matteo Giberti e di Venceslao Boiani, architetto cividalese. Del pittore veronese Francesco Torbido sono gli affreschi del coro (la Trasfigurazione di Gesù, la vocazione di Pietro e Andrea, la pesca nel lago di Genezareth, li figure simboliche degli evangelisti)

Nell'antico refettorio dei monaci, invece, la Crocifissione è opera di Battista dell'Angelo detto il Moro. Tutte opere che vengono inaugurate già nel 1535, mentre gli altri lavori di restauro si concluderanno nel 1543. Due splendide bifore, raffiguranti nel capitolo le sante Caterina d'Alessandria e Scolastica, sono molto più antiche (sec.XII) ed impreziosiscono con la loro età anche il chiostro. Con la soppressione del patriarcato di Aquileia (nel 1751), l'Abbazia cessa di essere ente ecclesiastico e viene concessa ai due arcivescovadi: di Udine e Gorizia .

Abate di Rosazzo rimane l'arcivescovo di Udine, che nella persona di mons. Emanuele Lodi interverrà sulle strutture e sulla rete viaria di collegamento con i paesi limitrofi (1819-1847). Ancora mons. Giuseppe Nogara, arcivescovo di Udine e abate di Rosazzo dal 1928 al 1956, trascorreva l'intera estate in Abbazia, rappresentato dal siôr Vicjari Pre Vigiòn Nadalutti, scomparso il1 marzo 1979.

Merito di mons. Battisti, vescovo di Udine dal 1973, è la rinascita di Rosazzo: suo l?interessamento perché l'edificio venga incluso nelle opere da ripristinare secondo i criteri antisismici, vigenti in Friuli dopo il sisma del maggio-settembre 1976.
Il Genio Civile per il monastero e la Soprintendenza alle Belle Arti hanno provveduto alla rinascita materiale. Quella spirituale, sempre sotto l'impulso del "vescovo del terremoto", si ispira al "Progetto Rosazzo", che ha preso l'avvio il 1 ottobre 1994, sotto la guida di don Dino Pezzetta, delegato arcivescovile e rettore dell'Abbazia.

La chiesa abbaziale viene inaugurata nell'anno successivo, alla festa di S.Pietro.

Ora il "monastero delle rose" opera come centro di cultura e di sperimentazione religiosa, punto d'incontro umanistico e sociale, luogo in cui si organizzano convegni, seminari, mostre, dibattiti: perché l'Abbazia ridiventi luogo d'incontro fra le tre popolazioni storiche, che qui si sono incrociate da secoli: la latina, la germanica e la slava.

giardino%20delle%20delizie,%20visuale%20dal%20pergolato



31c5c1c5125dd3ee3c04f032a43832e4_f77e1721a872fe098871d4c494682a8f



5a4cbff0e1a25bd9c7605caa68988a7c_6b02c150cf29080c5d107cd34e1514fc



manzano_923-11-40-29-5400

 
Web  Top
0 replies since 14/10/2016, 14:09   29 views
  Share