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Duomo di Parma

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lacasadelsole
view post Posted on 12/3/2013, 16:50




Duomo di Parma

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La Cattedrale di Santa Maria Assunta è il luogo di culto cattolico più importante di Parma, la chiesa madre della diocesi omonima. Sorge in piazza Duomo, accanto al Battistero e al palazzo Vescovile.

Esternamente è in stile romanico, con la facciata a capanna, tipica anche delle chiese di altre città del settentrione d'Italia (ad esempio Piacenza e Cremona). Internamente l'impianto romanico è rimasto, anche se gran parte degli interni (navata centrale, cupola, transetto) sono dovuti a successivi interventi rinascimentali. Alcune delle cappelle laterali sono tuttora rimaste affrescate in stile gotico.



Storia

Una basilica posta nell'attuale piazza Duomo, la basilica ecclesia Sanctae Mariae, faceva parte del complesso episcopale, che comprendeva anche un battistero e la dimora del vescovo, situato in una zona allora periferica rispetto al cuore della città emiliana.
Ricostruzione nel IX secolo

In seguito probabilmente ad un incendio, che distrusse l'antica basilica, nel IX secolo, sotto l'episcopato di Guibodo, vennero avviati i lavori di ricostruzione della chiesa madre di Parma, in un sito poco distante da quello dell'antica chiesa. Al vescovo Guidobo si devono anche l'istituzione del Capitolo della cattedrale. Nell'890 la cattedrale, dedicata a Maria Vergine madre di Dio, è chiamata Domus.
L'attuale cattedrale

La cattedrale voluta da Guidobo venne distrutta da un incendio nel 1055 o 1058. La ricostruzione, origine della fabbrica dell'attuale cattedrale, iniziò ad opera del vescovo Cadalo, più tardi conosciuto come Onorio II (antipapa dal 1061), e terminò nel 1074. La cattedrale fu consacrata nel 1106 da Pasquale II. Nel 1178 fu completata l'ampia facciata a capanna, e l'intero edificio a tre navate fu rivisto e completato da Benedetto Antelami; la torre campanaria fu ricostruita da Obizzo Sanvitale tra il 1284 e il 1291. Era prevista la costruzione di un altro campanile, gemello al primo, alla sinistra della facciata, mai realizzato. A partire dal XV secolo vennero aggiunte cappelle laterali. Conserva diversi affreschi di notevole interesse.

La facciata

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La facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta dà su piazza Duomo, sul lato opposto rispetto al palazzo vescovile.

Essa è a capanna, con paramento murario in blocchi di pietra squadrati. La parte inferiore è liscia, priva di decorazioni; qui si aprono i tre portali: i due laterali più piccoli, quello centrale più grande, ciascuno dei quali è leggermente strombato ed è sormontato da una lunetta chiusa da vetrate. Il portale centrale[1], a differenza degli altri due, è preceduto da un protiro, opera di Giambono di Bissone (1281), con arco a tutto sesto, poggiante su due colonne corinzie ognuna delle quali a sua volta e retta da un leone stiloforo. Il protiro termina con una loggia con copertura a doppio spiovente e volta a botte, il cui archivolto è decorato con motivi ad archetti; la copertura è sorretta da una colonnina corinzia per lato. I battenti del portale centrale, finemente scolpiti a rilievo, sono opera di Luchino Bianchino (1491). Unico elemento di decorazione della parte inferiore della facciata è la lastra tombale del matematico Biagio Pelacani, scolpita nel 1416 e situata alla destra del portale centrale.

Nella parte superiore della facciata, si aprono tre logge, disposte su livelli differenti. La loggia inferiore, al livello del secondo piano del protiro, è costituita da quattro trifore con archetti poggianti su colonnine, due a destra e due a sinistra. La loggia superiore ha il medesimo schema di quella inferiore, ma è meno alta. Al centro, sopra il protiro, si apre una grande monofora con arco a tutto sesto, che dà luce all'interno. La terza loggia segue l'andamento dei due spioventi del tetto ed è costituita da monofore sorrette anch'esse da colonnine.


Campanile


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Alla destra della facciata, su piazza Duomo, si eleva la torre campanaria, alta 63 metri.

Essa fu costruita in stile gotico tra il 1284 e il 1294 in sostituzione di una torre più antica; il paramento murario è in mattoni scuri a vista, ad eccezione degli angoli, rivestiti con blocchi di marmo. Il campanile è suddiviso in quattro fasce da cornicioni decorati con archetti ciechi ogivali in marmo. Nella prima fascia, quella più bassa, si aprono, sul lato anteriore, due finestre rettangolari e, sul lato destro, una porta; la seconda fascia, invece, non ha aperture sull'esterno. Su ognuno dei quattro lati della terza fascia, invece, si apre una piccola bifora e, su quello anteriore, si trova il quadrante dell'orologio. Nella parte superiore della quarta fascia, infine, su ognuno dei quattro lati si apre una trifora, corrispondente alla cella campanaria. Alla sommità del campanile, corre una balaustra in marmo e, ai lati, vi sono delle guglie; la copertura è costituita da una cuspide a forma piramidale, con base ottagonale. Sopra di essa vi è una statua dorata di un angelo con in mano la croce, copia dell'originale del XV secolo, attualmente all'interno della cattedrale.

All'interno della cella campanaria, si trovano sei campane in accordo di si bemolle maggiore. La più grande corrisponde alla nota Si♭ 2 ed è detta Bajon, che venne fusa in bronzo nel 1287 da un fonditore pisano riutilizzando il materiale di una campana precedente, del 1285. Venne nuovamente fusa nel 1481 e, tra il XVI e il XIX secolo, altre sei volte. Venne rifusa per l'ultima volta nel 1962.

L'interno della cattedrale di Santa Maria Assunta è a croce latina, con tre navate di sette campate ciascuna, transetto costituito da due bracci gemelli con absidi e profondo coro, con campata quadrangolare e abside semicircolare. La struttura è ancora quella romanica dell'XI secolo, con aggiunte successive.
Navata centrale
Interno

La navata centrale è larga il doppio delle due laterali ed è, come quest'ultime, coperta con volta a crociera; lo schema di ciascuna delle due pareti laterali di ogni campata è il seguente: dal basso, l'arco a tutto sesto di comunicazione con la navata laterale; sopra di questo, la quadrifora con archetti sorretti da colonnine, che dà sul matroneo; in alto, una monofora che dà sull'esterno. Tra la terza e la quarta campata, a ridosso della semicolonna di destra, si trova il pulpito[2] ligneo riccamente scolpito, opera di Paolo Froni (1613).

Le pareti della navata centrale sono ornate dal ciclo di affreschi, opera di Lattanzio Gambara, che li realizzò tra il 1567 e il 1573[3]. Essi si sviluppano su tre fasce, ognuna delle quali corrisponde ad una tematica: dal basso, tra gli archi di comunicazione fra le navate e il matroneo, episodi dall'Antico Testamento; fra il matroneo e le lunette, episodi dal Nuovo Testamento; nelle lunette, figure allegoriche; la lunetta della parete sinistra della settima campata, è stata dipinta nel 1585 da Innocenzo Martini. Sulla controfacciata, vi è un grande affresco raffigurante l'Ascensione di Cristo, dipinto da Lattanzio Gambara tra il 1571 e il 1573. Gli affreschi della volta sono opera di Girolamo Bedoli-Mazzola, che li dipinse tra il 1555 e il 1557.


Capocroce

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Il transetto e l'abside sono rialzati e preceduti da una lunga scalinata in marmo rosso, presente sia nelle navate laterali, sia in quella centrale. Il capocroce è stato costruito nel 1180: precedente la cattedrale era priva di transetto e terminava con tre absidi, una per ognuna delle tre navate.

Cupola


La crociera è coperta dalla cupola ottagonale, con lanterna solo all'esterno; nel tamburo, esternamente movimentato da un loggiato con trifore, si aprono otto rosoni circolari, uno per lato, frutto dell'ampliamento cinquecentesco dei precedenti, di origine romanica. La superficie interna della cupola è stata interamente affrescata con l'Assunzione della Vergine da Antonio Allegri detto il Correggio tra il 1524 e il 1530 circa.

Il grande affresco, che ha una superficie di circa 650 m2, venne iniziato solo dopo i lavori di consolidamento della cupola e terminato probabilmente per l'ottobre dell'anno 1529, anche se l'inaugurazione si ebbe nel 1530. Nella parte del tamburo, dipinto come fosse una balustra, vi sono figure di angeli e di Apostoli. Al di sopra di esso, vi è una fitta spirale di nubi che terminano in un fitto groviglio di angeli, santi e patriarchi, disposti su più cerchi concentrici. In mezzo a questi, è riconoscibile la Madonna affiancata da Adamo ed Eva e da san Giuseppe. Al centro dell'affresco, è raffigurata una grande luce gialla, simbolo della presenza di Dio.

Anche gli affreschi dei pennacchi sono opera del Correggio e coevi a quelli della cupola. Vi sono raffigurati i santi patroni della città: San Giovanni Battista, Sant'Ilario di Poitiers, San Giuseppe e San Bernardo degli Uberti.

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Nella crociera, si innestano i due bracci del transetto e il coro.

Il transetto è costituito, come già detto, da due bracci speculari, ciascuno dei quali è costituito da un'unica campata rettangolare con volta a crociera avente una doppia abside semicircolare: una verso l'esterno, uno in corrispondenza della relativa navata laterale; all'interno di ciascuna delle quattro absidi, si trova un altare barocco. Nel transetto destro, si trovano il Monumento funebre di Bartolomeo Montini[4], opera di Gianfrancesco d’Agrate (1507), e la Deposizione dalla croce, opera di Benedetto Antelami (1178). Il bassorilievo, in origine, faceva parte dell'antico ambone romanico[5], demolito nel XVI secolo, e raffigura, al centro, Gesù che viene calato dalla croce e, ai lati, personaggi simbolici, come le tre Marie (simbolo della Resurrezione) e la personificazione dell'Ecclesia e della Sinagoga.

Oltre la crociera, in asse con la navata, si trova il coro, costituito da una campata rettangolare con volta a crociera e dall'abside semicircolare. Lungo le pareti del coro, vi sono i quaranta stalli lignei, realizzati dai lendinaresi Cristoforo e Lorenzo Canozi tra il 1469 e il 1473. L'abside semicircolare è interamente occupata da una sopraelevazione con balaustra marmorea e portaceri in bronzo, che ospita il complesso della cattedra vescovile, costituito da elementi di diversa epoca. L'elemento più antico è la cattedra vera e propria[6], un seggio di età medioevale i cui braccioli sono costituiti da due bassorilievi: San Giorgio che uccide il drago, a sinistra, e la Conversione di San Paolo, a destra. La cattedra è addossata al ciborio[7] di Alberto di Moffeolo, che lo realizzò tra il 1486 e il 1488 in marmo bianco con, al centro, il tabernacolo affiancato da due angeli e, ai lati, entro nicchie, statue di santi e, in alto, entro un'apposita nicchia la statua di Cristo Risorto. Il ciborio è inserito all'interno dell'ancona barocca in legno scolpito e dorato, progettata nel 1766 da Antonio Ghidetti e costituita da un coronamento a semicupola poggiante su colonne tortili con capitelli corinzi. Nel catino absidale, vi è l'affresco di Girolamo Bedoli-Mazzola raffigurante il Giudizio Universale, realizzato tra il 1538 e il 1544.

Il ciborio

Nel 2009, è stato realizzato, su progetto dell'architetto catalano Jaume Bach, il nuovo presbiterio in stile moderno Esso è situato al disotto della cupola, nella crociera, ed è costituito dall'altare maggiore, dall'ambone e dalla cattedra.

L'altare maggiore[9], montato sopra una base formata da due gradini bronzei sui quali sono incisi passi del Vangelo in varie lingue, è un'antica arca del XII-XIII secolo contenente le reliquie dei santi martiri Abdon e Sennen, Nicomede di Roma, Ercolano di Perugia e Pudenziana. I quattro lati sono decorati da bassorilievi: sui lati anteriore e posteriore, dieci dei dodici Apostoli, sul lato di destra i Santi Abdon e Sennen e, sul lato di sinistra, entro una mandorla, il Redentore benedicente, affiancato dai simboli dei quattro Evangelisti.

In posizione avanzata, sulla sinistra, vi è l'ambone, in bronzo, e, sul lato opposto, la cattedra, dello stesso materiale. Anche quest'ultimi sono decorati con citazioni in rilievo dal Vangelo.

La cripta

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Sotto il capocroce, si sviluppa la cripta[10] romanica, più volte rimaneggiata. Essa è coperta con volte a crociera sorrette da colonne in marmo con capitelli scolpiti. Le navate hanno un numero variabile: in corrispondenza del soprastante transetto, sono undici, mentre sotto il coro e l'abside centrale si riducono a tre.

Al centro dell'abside, vi è il moderno presbiterio, realizzato nel 2005. Esso, rialzato di un gradino rispetto al resto della cripta, ospita l'altare marmoreo, costituito da un tronco di piramide rovesciato, l'ambone bronzeo e la sede, anch'essa in marmo. Dal soffitto pende un moderno crocifisso in bronzo, anch'esso del 2005. Ai suoi lati, vi sono gli stalli lignei, realizzati da Matteo Fabi nel 1555.

Sotto il transetto di destra, si trovano due altari laterali barocchi in marmi policromi, dedicati a San Bernardo degli Uberti, di Girolamo Bedoli-Mazzola (1544) e a Sant'Agapito. Annesse alla cripta sono la cappella Rusconi

Organi a canne


La prima volta che viene menzionato un organo a canne all'interno della cattedrale di Santa Maria Assunta è in un documento del XV secolo in merito all'allora organista, Simone da Verona. Nel 1480, su incarico del vescovo di Parma Sagramoro Sagramori, viene costruito un nuovo strumento in sostituzione del precedente dagli organari Andrea da Rimini e Pellegrino, suo figlio. Nel 1502, venne contattato l'organaro cremonese Ambrogio Dell'Alpa[13] per costruire un nuovo strumento, che però non venne mai realizzato. Nel 1555 venne interpellato, per lo stesso motivo, il bresciano Giovan Giacomo Antegnati, che costruì il nuovo organo in due anni che, dopo un breve periodo iniziale in cui stava nel transetto, venne posto sulla parete sinistra della settima campata della navata centrale, entro la cassa appositamente progettata da Girolamo Bedoli-Mazzola. Nei secoli seguenti, l'organo venne più volte rimaneggiato.

Nel 1786, il capitolo diede l'incarico ai Fratelli Serassi di costruire un nuovo strumento riutilizzando la cassa antica. L'organo nuovo venne terminato l'estate dell'anno successivo e solennemente inaugurato il 15 agosto. Nel 1787, gli stessi organari vennero incaricati di restaurare ed adeguare ai canoni organistici dell'epoca l'organo della cripta, costruito nel 1606 da Michelangelo Rangoni ed in seguito più volte modificato. Lo strumento venne poi smantellato nel 1802 dopo il furto di tutte le sue canne[14].

L'organo Serassi della navata rimase inalterato e, nel 1942, venne smantellato credendo che, sotto la sua cassa, si celassero degli affreschi, credenza che in seguito si rivelò errata. Venne quindi incaricata la ditta organaria Mascioni di costruire un nuovo organo da collocarsi in più corpi ai lati del coro, entro due grandi nicchie contrapposte, e sotto il pavimento della cattedra, nell'abside. Il progetto originario contemplava un grande organo a cinque tastiere, che però non venne realizzato: lo strumento venne limitato a due tastiere ed interamente collocato sotto la cattedra. Alla fine degli anni novanta del XX secolo, vennero murate le due nicchie ai lati del coro, rimaste vuote.

Nel 1999, è stata interpellata la ditta Mascioni per la ricostruzione dell'organo Serassi, riutilizzando il materiale superstite, tra cui alcune canne e la cassa, appositamente restaurata e ricostruita. Lo strumento è stato costruito nel 2001 ed inaugurato lo stesso anno.


Sulla parete sinistra dell'ultima campata della navata centrale, sopra l'apposita cantoria, si trova l'organo a canne Mascioni opus 1152[15], ricostruzione dell'organo Serassi del 1787.

Esso è racchiuso entro la cassa rinascimentale progettata da Girolamo Bedoli-Mazzola, con prospetto a cinque campi, ognuno con una cuspide di canne di Principale con bocche a mitria allineate.

Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica, con consolle a finestra avente due tastiere (la prima Grand'Organo, la seconda Organo Eco) di 59 note ciascuna, con prima ottava scavezza, e pedaliera a leggio di 17 note, anch'essa con prima ottava scavezza.

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