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S. VANGELO DOMENICA 6 GIUGNO 2021

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view post Posted on 6/6/2021, 07:43
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Domenica 6 Giugno 2021
S. Norberto (mf)
CORPO E SANGUE DI CRISTO (anno B) – P
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore
Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26


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VANGELO

Prendete, questo è il mio corpo.

+ Dal Vangelo secondo Marco 14, 12-16. 22-26

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Parola del Signore.



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OMELIA

Tra la prima e la seconda lettura sembra quasi avvenga la stessa cosa, ma in epoche diverse. Nell’Esodo Dio conferma la alleanza con gli israeliti, i quali subito si dichiarano disposti a seguire la legge di Dio e costruiscono un altare dove offrire in sacrificio alcuni animali. Secondo la lettera agli ebrei, è il corpo stesso di Cristo che si presenta come santuario ed è Gesù che offre la sua stessa vita in sacrificio: l’alleanza è confermata dal suo sangue sparso sulla croce. Noi cristiano siamo stati purificati dal peccato e possiamo vivere in fraternità con tutti gli uomini della terra. Quest’alleanza si ripropone nell’Eucaristia. Gesù e i suoi discepoli insieme celebrano la cena di Pasqua. È una cena festosa che non perde le caratteristiche della convivialità. La solennità del Corpus Domini è sempre stata, nella nostra comunità, un momento di testimonianza e di festa “alla luce del sole”. I bambini, vestiti con l’abito della prima comunione, spargono petali per segnare il passaggio di Gesù; la processione si snoda per le strade quasi a voler richiamare a chi è distratto che Gesù c’è ancora e desidera entrare nelle nostre case, nelle nostre famiglie per essere segno di speranza. Ogni domenica noi viviamo questo incontro festoso nelle nostre chiese: via le preoccupazioni e i pensieri della settimana, la comunità prega insieme ed e contenta di incontrarsi, scambiarsi gioie e speranze, creare comunione. Intorno all’altare possiamo godere della sua parola, della sua presenza. insieme condividiamo il pane dell’amore, “corpo del Signore” appunto. Si festeggia la presenza di Gesù vivo, in persona. Molti, fin da piccoli, hanno imparato queste parole nel momento di raccoglimento dopo la comunione: «Signore Dio, mio Dio». Sì, tu sei il nostro Dio d’amore infinito e noi rendiamo onore alla tua vita e alla tua morte. In questo modo il Cristo conferma la sua presenza in mezzo a noi e ci trasmette la sua forza salvifica per una vera vita cristiana. La presenza di Gesù, segnalata in chiesa da un lume rosso acceso vicino al tabernacolo, ci indica che sempre possiamo avvicinarci a lui per chiedere sostegno ma soprattutto ci

chiede di dimostrare la sua vicinanza con una testimonianza costante.



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Meditazione sul Vangelo di Mc 14, 12-16.22-26

Insieme a mensa.

La Chiesa celebra oggi la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. L’eucaristia è il memoriale della Pasqua e la parola “memoriale” vuol dire non un semplice ricordo ma una presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo. Celebrando l’Eucaristia noi offriamo il sacrificio della nuova alleanza, ripresentiamo l’immolazione della croce, dove si è consumato l’Agnello senza macchia, e prendiamo parte alla mensa del Signore. Alla vigilia della sua morte Gesù “mangia la pasqua” con i suoi discepoli. E proprio nella Cena pasquale egli opera la grande sostituzione: ormai non si tratterà più di mangiare l’agnello, ma il suo Corpo immolato sulla croceNella celebrazione dell’Eucaristia Gesù continua a spezzare con noi il suo pane. Ma qual è il senso che egli attribuisce ai suoi gesti? Che cosa ci rivela di sé? Come vive il suo donarsi? La prima finalità e anche il primo effetto dell’Eucaristia è quello di unire i fratelli tra di loro, con Gesù e con Dio. Questo è quanto continua a fare ancora oggi il Signore, che è sempre presente nella comunità. La questione è se noi ci rendiamo presenti a Lui. In questo brano evangelico Gesù appare in una dimensione “verticale”: è totalmente teso verso Dio e ha tra le mani il frutto del lavoro umano. Gli elementi del pane e del vino sono così inseriti in una dimensione trascendentale. Ora, chi è totalmente teso verso Dio è anche totalmente aperto agli uomini. Un atteggiamento orizzontale che crea fraternità nasce da quello verticale. Gesù, infatti, appare subito teso verso i suoi discepoli: il dire, il dare, lo spezzare il pane, l’uso dell’“io” e del “voi”, il ricevere e accogliere il suo dono, sono tutti gesti che creano una situazione dialogica, che non consiste necessariamente in parole, ma esprime di fatto che si è mutuamente presenti gli uni agli altri. Come Gesù dona se stesso? Come vittima innocente! E chi è Gesù per i “molti”? Un sacrificio di alleanza. Istituendo l’Eucaristia, Gesù si dimostra cosciente del suo destino. Egli sa dove va, sa che gli eventi precipitano e che la morte è vicina, e si manifesta disposto ad affrontarla – se lo esige il compimento della sua missione – nella speranza. Egli ha la certezza che il suo sacrificio non è vano, ma aperto alla piena realizzazione del Regno. E così pure noi cristiani sappiamo che la celebrazione eucaristica ci apre verso il futuro e definitivo Regno di Dio, perché la celebriamo “in attesa della Sua venuta”.

 
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